domenica 7 settembre 2014

La Fiera di San Giuliano

Mi piacciono le Fiere del Patrono.
In particolar modo quella che si svolge nella mia città il 31 agosto, anche se il segnale che porta con sé è purtroppo legato alla fine dell’estate.
Contento come un bambino da una parte e triste come un adolescente senza smartphone dall’altra, mi preparo dunque ad immergermi nel clima festoso della Civitas Mariae.

Quest’anno la bancarelle fanno bella mostra in Corso Cavour, lungo le mura, in Corso Cairoli e buona parte del centro storico, mentre nella piazza principale l’organizzazione ha calato il tris d’assi: il palco con l’orchestrina, la pista da ballo e il tendone con i tavolini do se magna.
Gira la voce che circa 240 anatre, piatto tipico di questa festa, abbiano tentato la fuga corrompendo il custode con la collana completa di Paperinik, ma forse è solo leggenda..

L’atmosfera della fiera è inconfondibile: odori e suoni.

Gli odori sono quelli dei dolci che si comprano una volta l’anno in queste occasioni e cioè i croccanti, le noccioline ricoperte di zucchero, la liquirizia, le crepes con la nutella, lo zucchero a velo, bontà a cui non si può proprio rinunciare..
Dopo che li hai comprati però ti lamenti perché la liquirizia ti ha fatto la lingua nera e ti viene la tachicardia, le noccioline ti hanno riempito e il croccante al sesamo ti ha fatto saltare l’otturazione.

I suoni sono quelli delle voci microfonate degli “imbonitori di turno”, i venditori che con il loro banchetto addobbato presentano le ultime novità della scienza e della tecnica.
Da “Clemente, lo spremino intelligente” a “Pelino taglia annas”, dal tappeto magico a “MOF lo strizza facile”, dalla rivoluzionaria spazzola vista in TV alla pentola in titanio che cucina pure i sassi..
Che dire poi dell’immancabile pulisci-vetri e del ferro da stiro che funziona soltanto con il vapore, stirando in verticale?

Li ho comprati tutti.
Non mi funziona niente.

Clementino lo spremino non si riempie di succo come mostrato da Mr. Simpatia alla fiera, forse non utilizzo i limoni giusti o non massaggio bene l’agrume prima dell’utilizzo.. boh.

La spazzola pulisci-vetri a calamita, una parte fuori e una dentro, pulisce discretamente, ma c’è un piccolo particolare, non assorbe l’acqua e lo zozzo vario, che cadono quindi sopra al davanzale.
Nel secondo utilizzo la calamita non ha tenuto e la parte esterna della spazzola è caduta dal terzo piano..

Lo straccio in bambù pulisci tutto.. sarebbe meglio darlo da mangiare ai panda (simpatici orsacchiotti juventini che si cibano soltanto di questo vegetale).
Perché alla fiera questo straccio pulisce a meraviglia il grasso del prosciutto, resti di crema per le mani e lacca, cementati tutti insieme, mentre a casa mia nemmeno un po’ del “normale sporco domestico”? Ai posteri l’ardua sentenza.

Vogliamo parlare del ferro da stiro a vapore in verticale?
Le camicie rimangono acciaccate, anche i fazzoletti ed è tutto dire.. però l’acquisto non è andato sprecato ed ora lo uso come umidificatore per la camera da letto.

Il mio idolo però è il “pennarello ripara carrozzeria”.
Ho visto sulla bancarella di questo venditore cose che voi umani non potete immaginare, rigature che scomparivano, parti sverniciate che magicamente si ricoloravano, tonalità che tornavano splendenti..
Dopo l’uso le rigature della mia macchina sono rimaste uguali, anzi hanno cominciato a fare un po’ di ruggine intorno.

Ma non mi faccio intristire da questi piccoli inconvenienti, sicuramente sono io ad essere imbranato e decido quindi di godermi il “clou” della festa, che ne segna anche la fine: I MITICI FUOCHI DI ARTIFICIO.
Una mezz’oretta prima dell’evento inizia la migrazione per conquistare i posti migliori, in questo caso le “mura di tramontana” e allora vedi visi tirati, persone che allungano il passo facendo finta di niente, bambini trascinati a peso morto e ognuno che pensa al suo posto segreto per un’ottima visione..
Alla fine in poche centinaia di metri si accumula una tale quantità di persone che anche il livello di ossigeno nell’area cala a valori preoccupanti, allora qualcuno si arrischia nei campi bui sottostanti, qualcun altro sale sopra un albero e qualcun altro ancora.. sopra le persone.

Tutte le multe dell’anno, le tasse sulla mondezza (differenziata) e qualche altro balzello trovano il loro perché nello splendore dello spettacolo pirotecnico della festa patronale: ben 25 minuti di tonanti, luci, colori, fulmini e saette, fino ad arrivare alla batteria finale e ai due classici botti che fanno saltare gli allarmi delle auto, i nervi della vicina e l’ampliform di nonno.


Ad maiora.


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