«Vado dal dottore »
Queste in genere sono le
parole che danno inizio a meravigliose mattinate di attesa dal “medico di famiglia”.
Quando entri nello studio
medico, nonostante tu stia recitando tutti i possibili riti scaramantici del
mondo, ti prende sempre un colpo, perché hai davanti a te le solite 10-12
persone, stipate le une vicine alle altre, sedute sulle classiche sedie da sala d’attesa.
Sia che tu arrivi presto o a
metà mattina o quando scommetti sugli ultimi minuti di apertura trovi sempre un
sacco di fila e ti chiedi se mai potrà accadere il miracolo di non avere
nessuno davanti (o quasi).
Ti metti l’anima in pace a
ti accomodi nella saletta dell’ambulatorio, magari sulla sedia libera più vicina
all’entrata del dottore, non si sa mai, meglio essere pronti ad ogni
evenienza..
Dopo una decina di minuti di
“assestamento” prendi la classica rivista
di gossip da sala d’attesa, sempre quella, vecchia di 3-4 mesi, ma almeno
passi un po’ di tempo sfogliando e guardando le foto di “vips” in costume alle
Maldive.
Ci si stufa subito,
impressionati da tutte quelle persone che ci sono prima di noi ed osservando la
babele di lingue, colori e modi di fare che ci circonda, riflettiamo
tristemente sul tempo totale di attesa..
Cominciamo allora a passare
tutti sotto il nostro occhio critico,
guardando il loro taglio di capelli, il trucco strano, il modo di vestire, la
parlata dialettale, come accavallano le gambe, la borsa griffata e pure gli occhiali troppo colorati :
- C’è sempre la vecchietta
“malata immaginaria”, che decanta gli
acciacchi, racconta la sua vita e quante ne ha passate, sempre pronta a farsi
misurare la pressione e fare tutti i controlli del mondo. (tempo di permanenza
ELEVATO)
- C’è il ragazzotto in tuta
e scarpe sportive, taciturno, con la radiografia in mano, in apparenza di sana
e robusta costituzione.. ma con qualche sorpresa in serbo. (tempo di permanenza
MEDIO)
- C’è la super bellona, formosa,
seduta con la gonna corta e le gambe maliziosamente accavallate, vedendola
tutti giurerebbero sul suo stato di salute.. terreno fertile per le malelingue.
(tempo di permanenza A SORPRESA)
- C’è la coppietta di mezza
età, molto temibile, due al prezzo di uno, quando entrano pensano di aver conquistato il fortino e difficilmente
escono prima di una quarantina di minuti. (tempo di permanenza ELEVATO)
- C’è l’elemento a sorpresa, un vero e proprio jolly, indecifrabile, che
entra con due foglietti sulle mani ed esce dopo nemmeno 5 minuti.. da applausi
(tempo di permanenza BREVISSIMO)
- C’è poi il traditore, che assicura di avere
soltanto una ricetta da firmare ed ottiene di passare avanti a tutti.. per poi
rimanere dentro mezz’ora. (tempo di permanenza ELEVATO)
Ma il più temuto è LUI, il
NEMICO numero uno, che si riconosce dalla ampia borsa in simil-pelle che tiene in mano e dagli abiti eleganti: l’INFORMATORE
SCIENTIFICO.
Il suo modo di fare è baldanzoso, entra nella sala di attesa
sicuro di sé, sprezzante del pericolo e mostrando subito un carattere
estroverso quanto basta.
Chiacchiera amabilmente con
le stesse persone che di lì a poco pugnalerà
a morte utilizzando l’odiata “regola
dell’ informatore che passa ogni due pazienti”.
Per evitare ogni protesta, a
tempo debito appoggia la borsa per terra, davanti alla porta di ingresso del
dottore, per marcare il territorio.
Se qualcuno comincia a mugugnare
sorride pacioccone ricordando la suddetta
regola e l’importanza del suo ruolo nella presentazione di nuovi farmaci.
(tempo di permanenza IMPREVEDIBILE)
Un tempo poi non c’erano
nemmeno i numeretti da staccare per stabilire
l’ordine tra i pazienti in attesa (tipo reparto gastronomia del supermercato) ..
allora si che era GUERRA.
C’era sempre il tipo champagnoso che diceva: « Chi è
l’ultimo? » e si metteva a ricostruire l’ordine di entrata di tutti.
Ognuno di noi ha combattuto epiche battaglie per far valere il suo
ordine di arrivo, evitare i tagliafile, i “finti-tonti”, gli smemorati e i
maleducati ma ora è tutta un’altra cosa, la pace
è tornata con l’avvento di questi utili fogliettini.
Se ci fosse il tabellone
luminoso e la voce elettronica che dice dove siamo arrivati sarebbe il massimo,
piano piano ci si arriverà..
Quando finalmente tocca a
te, dopo due ore e mezzo di attesa, varchi quella porta ed entri dal medico soddisfatto
e felice come se avessi appena vinto la Maratona di New York.
Ti siedi sorridente e stai per
aprir bocca quando.. squilla quel
cavolo di telefono che tiene il dottore occupato in chiacchiere per altri 10
minuti.
Ormai è fatta, niente e
nessuno potrà rallentare la tua corsa per
la vittoria, l’obiettivo è raggiunto e prepari il braccetto per l’iniezione
del vaccino anti-influenzale.
« Purtroppo stamattina mi
sono finito i vaccini, ritorni domani » …